Transizione digitale e sicurezza informatica. Stop al cyberbullismo. Stamani esperti a confronto con gli studenti in un focus a Ragusa promosso dalla Scuola dei Mestieri di Logos.

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RAGUSA – Sensibilizzare i giovani sui pericoli, reali e virtuali, che si possono incontrare nel proprio percorso di vita, rimanendo vittime di bullismo ma anche di cyber bullismo. Oggi più che mai una concreta possibilità a causa dello smodato e continuo utilizzo di chat, social, app di messaggistica. E a volte, senza nemmeno rendersene conto, si finisce nella rete di chi vuol solo fare male. Stamani a Ragusa un focus presso la sala conferenze dell’Ordine dei Commercialisti, su iniziativa della “Scuola dei Mestieri” della Logos che coinvolge sempre più giovani in attività formative e in percorsi scolastici alternativi che preparano al mondo del lavoro. L’evento, intitolato “Transizione digitale e sicurezza informatica. Stop Cyberbullismo”, ha visto la partecipazione degli studenti delle classi prime e terze che frequentano i percorsi formativi organizzati dalla scuola, e ha voluto sensibilizzare su un fenomeno tanto diffuso quanto pericoloso. L’obiettivo è stato quello di fornire gli strumenti essenziali agli allievi per un approccio consapevole ai mezzi di comunicazione virtuali, in linea con quanto previsto dagli avvisi pubblici per i percorsi di IeFP emanati dalla Regione a valere sulle risorse del PR FSE+SICILIA 2021-27 e del PNRR.Durante l’incontro sono stati evidenziati i principali aspetti che riguardano la sicurezza informatica nell’uso dei mezzi di comunicazione virtuale quali: la cybersecurity; i rischi della dipendenza tecnologica e del cyberbullismo; le regole da osservare per navigare nel web in sicurezza; i comportamenti che possono mettere a rischio i proprio dati o coinvolgere in relazioni e contesti nocivi. 

Il bullismo, che si può definire come una forma di comportamento aggressivo e ripetitivo che implica un dislivello di potere tra il bullo e la vittima, trova una nuova dimensione con l’utilizzo delle tecnologie digitali, trasformandosi in cyberbullismo. In questo caso i comportamenti aggressivi avvengono attraverso mezzi elettronici come social media, messaggistica istantanea, email e altre piattaforme online. E se nel mondo reale, circoscritti in una classe o istituto scolastico e in un orario ben definito, in un gioco di azione e reazione immediata visibile, è possibile identificare facilmente vittima e carnefice, nel mondo virtuale tutto ciò si trasforma. I confini sono labili, le identità facilmente modificabili, i limiti scolastici e geografici svaniscono e ognuno, di qualsiasi età, a qualsiasi orario, da qualsiasi luogo, in un anonimato che sembra rendere invisibili e immuni a tutto, può sbandierare un assurdo diritto a giudicare, accusare, offendere, umiliare l’altro. Un gioco pericoloso nel quale i ruoli si mescolano e i freni inibitori si allentano, mentre le conseguenze di azioni che possono sembrare innocue hanno ricadute psicologiche, comportamentali e legali molto importanti. Migliaia di parole, foto e video rimbalzano in rete giornalmente, diventando di pubblico dominio, salvate, ricondivise, modificate, possono lasciare traccia del loro passaggio per sempre, e forti di una assenza di reazione visibile da parte della “vittima”, continuano la loro corsa distruttiva.“La lotta contro il bullismo e il cyberbullismo richiede uno sforzo collettivo – sottolinea Rosario Alescio, presidente di Logos – ed educare i giovani, sensibilizzare le famiglie e formare gli educatori sono passi fondamentali per creare un ambiente sicuro e rispettoso per tutti”. In questo contesto iniziative come il seminario organizzato dalla “Scuola dei Mestieri” di Logos risultano cruciali. La conoscenza e la sensibilizzazione sono armi potenti: informare i giovani sui pericoli nascosti dietro l’uso irresponsabile della rete e dei dispositivi elettronici può fungere da deterrente per i potenziali bulli e da protezione per le potenziali vittime, come ricordato dai vari relatori intervenuti il prof. Giuseppe Alecci, coordinatore didattico e formatore della sede di Ragusa e il dott. Antony Gagliano, funzionario del Ministero della Giustizia, dipartimento giustizia minorile, Ussm di Catania – sezione distaccata di Ragusa. A fine seminario si è sviluppato un ampio e partecipato dibattito con i giovani condividendo le loro esperienze e approfondendo le tematiche trattate, rendendo così l’incontro interattivo e più incisivo.

18 luglio 2024
ufficio stampa
Michele Barbagallo per MediaLive

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